"Canta come mangi": gustare la musica dei territori
La canzone dialettale è la grande
realtà della canzone d’autore italiana di oggi, una realtà che aumenta
vertiginosamente. Cultura locale, territori, identità, nell’epoca artistica
della contaminazione - o, come più recentemente si usa dire, della germinazione - sono concetti a rischio
inflazione, se non si trovano strade significative di radicamento e creatività
in campo poetico, musicale ma anche di altri piani sensoriali come quello del
gusto. Cosa meglio di offrire al pubblico una passerella dal vivo di personaggi
musicali attivi nel ridare dignità alla propria lingua locale con la musica?
Antonio Silva, anima del Premio Tenco sanremese e ben noto in
terra comasca per essere stato per trent’anni brillante preside del Liceo Fermi
di Cantù. Silva oltre a dedicarsi alle proprie passioni musicali e culturali
(per il Tenco ascolta, in qualità di
selezionatore, circa 700 CD di cantautori emergenti: “li ascolto tutti, dalla
prima all’ultima traccia, con attenzione”, ha dichiarato convinto), coltivava da
tempo quest’idea, che prende forma a Cantù con una mini rassegna musicale e
culinaria di qualità, in tre serate da vivere con il gusto della bella emozione
il più possibile sinestesica.
Gli appuntamenti del ciclo “Canta
come mangi”, in cartellone da venerdì 23 marzo (dettagli su www.teatrosanteodoro.it)
non saranno né specialistici contesti etnomusicologici né, tantomeno, serate da
sagra paesana. C’è sempre più canzone dialettale che si colloca nell’area
intrigante della canzone d’autore, con la ripresa dei linguaggi delle realtà
particolari a far da richiamo. Se poi a parlare e far musica, fra gli elementi
identificativi di una comunità, si riesce ad unire l’esperienza del mangiare,
tanto meglio. Duecento i posti al San Teodoro, un’ottantina quelli che
permetteranno di abbinare all’emozione d’ascolto quella culinaria (patron lo
chef Romano Pirazzi): un’occasione gustosa per confrontare come gli artisti
leggono oggi le proprie radici e i propri territori, passando per il linguaggio
parlato ma anche portando in luce – ed è ciò che ci interessa maggiormente - i
percorsi musicali. E’ indubbio infatti che, mentre al sud il legame forte con
la lingua parlata della cultura del territorio vale anche per ritmi e sonorità
(esempio lampante, pizzica e taranta), al nord a risultare più invasivamente
sono musicalità country o irish, non
proprio riconducibili alla radice popolare locale più immediata. Scelte della
storia recente, tutte da considerare verificandole con quelle degli ospiti
invitati a Cantù il 23 marzo con il Nord de I Luf, Yo Yo Mundi e il Bepi, il 20
aprile con il Centro del romanesco Piotta, Cisco, Gastone Pietrucci, l’11
maggio con il Sud di Alessio Lega, Roberta Carrieri e Peppe Voltarelli.
Commenti
Posta un commento