giovedì 17 gennaio 2013

verticalizzazioni....

Che brutta parola verticalizzazione.... Peccato che il concetto che stia dietro - curricolo continuo, curricolo verticale - sia di importanza fondamentale, in campo educativo. Nel più mirato ambito della formazione musicale, in Italia, se ne parla da tanto, salvo mai raggiungere risultati concreti.
Rifletto su ciò assistendo a una serie di recenti impasse, tutti all'italiana: il DM 8 / 2011 che prospettava estensioni dei corsi di indirizzo musicale nella Scuola di Stato anche alla fascia di Scuola Primaria, l'attività di una Commissione provinciale sul medesimo argomento che stenta a quagliare ricerca, obiettivi, progetti e quant'altro necessario a dar vita ad un gruppo di studio efficace, la perenne difficoltà di formare all'interno degli istituti scolastici personale competente. Eppure, negli ultimi quattro anni, sforzi neppure eccessivi per mettere in atto un progetto musicale dalla Scuola dell'Infanzia alla Secondaria di I grado hanno prodotto risultati degni e riescono a mettere in atto piccoli, costanti passi di crescita, risultati, aggiornamento, formazione e miglioramento.
Tornando al generale: si parla da decenni di quanto sia fondamentale crescere i nostri bambini proponendo loro un percorso di formazione musicale che parte da prestissimo e si dipana con continuità, progressività e attenzione, ma poi proprio i docenti specialisti sono i primi a non mettersi in gioco in modo efficace, soprattutto all'interno degli istituti scolastici e quam qui maxime in quelli ad indirizzo musicale. Le scuole, sempre più gravate di problemi economici, pullulano di esperti esterni con progetti a pioggia, alcuni eccelsi, molti un po' così, che incidono economicamente ma hanno ricadute a termine.
Musica Strumento Quatidiano è possibile nella scuola: serve che il gap fra gli ideali e i percorsi concreti riesca a trovare anche piccoli ma fondamentali supporti per studiare con serietà, progettare e dar pratica all'idea.

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