voglia di formazione

Parlo con una collega, un sabato mattina. Non ci si vedeva da un po'. Come va, cosa stai facendo, i progetti ai quali si partecipa da anni, niente di nuovo? Già, niente di nuovo. Il mondo va avanti in fretta, a scuola è sempre più impegnativo stare al passo, non restare indietro, mantenere vivi gli entusiasmi della tua professione, della tua passione. Ma, soprattutto: dove sta, oggi, l'aggiornamento, la formazione? Siamo noi che non ci rendiamo conto, oppure è tutto fermo?
E' tutto fermo. Nihil sub sole novi. Nella scuola dell'autonomia e della progressiva dematerializzazione delle risorse, molte possibilità di nuovo paiono pare spente, svanite. Eppure si fa, si lavora, si crea, nella scuola, se si vuole e finchè si può.
Accenno un mugugno di sconforto riguardo a recenti esperienze in commissioni a mio parere poco o nulla produttive, nelle quali i tentativi di pensare, elaborare si arenano di fronte alle miopie di veduta o a presunte precedenze del fare (generalmente, un fare circoscritto all'esperienza che interessa quelle persone).
Più volte ho provato a proporre: perchè non diamo vita a un gruppo di studio? Non per perder tempo in elucubrazioni o blablabla tristemente noti del passato. Gente che ha voglia, idee e competenze; gente che ha bisogno di guardare avanti, di trovar risposte a bisogni circostanziati con ricerche, elaborazioni e soluzioni altrettanto circostanziate. Gente che, negli ultimi anni, ha aderito a progetti didattici seri, ha fatto, ha prodotto risultati attesi, e cerca altre risposte, nuove vie.
Una serie di bisogni è nota, sott'occhio; ci sarebbero i fermenti per cominciare a confrontarsi, a far sortire il lievito; manca il supporto istituzionale / organizzativo / di riconoscimento a unire gli elementi, partire. Alla faccia della meritocrazia.
Se ci sei batti un colpo, diceva il proverbio. Chi mi dà una sonora risposta?

Commenti

Post più popolari